Esplora il Sito

Home
 
La Città di San Miniato

Monumenti

Come Arrivarci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Storia - Origini

I reperti della necropoli di Fontevivo, le lapidi, le sculture di marmo, i bronzi e i mosaici ritrovati dagli scavi in varie località tra le quali, Montecalenne e Motappio testimoniano le origini di San Miniato nell'epoca etrusco-romana. Dapprima fu colonizzata dai legionari di Augusto, poi stazione militare col nome di "Quarto", ma solo in seguito all'invasione dei Longobardi, divenne un borgo e nel 783, vi costruirono una Chiesa dedicata al martire San Miniato, dal quale prese poi il nome la città. Nel 962 l'Imperatore Ottone I° fece costruire il castello, e vi costituì la sede dei Vicari Imperiali, con giurisdizione su tutta la Toscana. Fu anche residenza di Bonifacio, marchese e vicario dell'imperatore, nonché padre della contessa Matilde, nata a San Miniato, presumibilmente nel 1046 . Vari imperatori germanici visitarono la città e vi si trattennero, dimorando nell'Imperiale Paòlagio(oggi vescovado): Federigo Barbarossa nel 1167 e 1178; Enrico IV nel 1184, 1186 e 1194; Ottone IV nel 1209. Oltre agli imperatori, San Miniato ha ospitato anche tre sommi Pontefici e vale a dire Gregorio V nel 996, Eugenio IV nel 1434 e Clemente VII nel 1523. Nel 1211 giunse sul colle sanminiatese San Francesco d'Assisi, di ritorno da Pisa, e vi fondò lo storico e monumentale convento.


Durante l'epoca comunale, il borgo, di corrente ghibellina, ottenne consistenti privilegi dall'imperatore Federico II, che intorno al 1236 fece costruire opere di difesa militare tra le quali, la Rocca dove, secondo
gli storici, fu improgionato e morì Pier delle Vigne cancelliere di Federico. Dal secolo XII°, San Miniato cominciò a reggersi con propri magistrati e fu coinvolta nelle lotte scoppiate tra le città vicine. In seguito al crollo della potenza di Pisa ghibellina (1284), alla quale la città si era appoggiata, i sanminiatesi furono poi sottomessi da Carlo d'Angiò, al cui dominio si ribellarono per costituirsi in libero comune. Nel 1291 entrò a far parte della lega guelfa fino a che non furono assimilati dalla Repubblica Fiorentina.
Si ribellarono però anche a questa nel 1370 e nel 1396. La città subì due assedi dei Fiorentini e un terzo, nel 1530, da parte degli spagnoli di Carlo V, comandato dal duca d'Amalfi. Essi occuparono la città il 1° Febbraio 1530, ma ne furono ricacciati il 1° Novembre dello stesso anno da Francesco Ferrucci, e che inalberò di nuovo sulla torre la bandiera gigliata della Repubblica Fiorentina. Quando, sotto Carlo V la Città del Giglio cadde, San Miniato fu sottomessa al Duca Alessandro dei Medici ed entrò in seguito a far parte del Governo Granducale. Sotto i granduchi, con la potente famiglia dei Grifoni, divenne una delle più importanti città della Toscana Medicea.
Nel 1620 Maria Maddalena d'Austria, moglie di Cosimo II, chiese ed ottenne dal marito il benestare acciocché San Miniato fosse chiamata Città e ottenne dal Papa Gregorio XV l'autorizzazione affinché la città diventasse sede vescovile.
Il 28 Giugno 1797 Napoleone I° venne a visitare in San Miniato e qui tenne un consiglio di guerra presso la casa di suo zio canonico Filippo. Dopo aver dato il suo aiuto alla prima guerra d'indipendenza, nel 1860 San Miniato entrò a far parte del Regno di Sardegna.
Gli anni della monarchia sabauda, tra il XIX e il XX secolo trascorsero per la città senza grandi fatti di rilievo.


Nel 1925, San Miniato insieme con altri comuni confinanti, fu assegnata alla provincia di Pisa. A quel tempo è ancora un comune prevalentemente agricolo con oltre il 60% della popolazione impegnata in quel settore, mentre in città operano una borghesia commerciale, molti professionisti e gli addetti nel settore dei servizi ( Cassa di Risparmio, Ospedale, scuole ecc...).
La seconda guerra mondiale colpisce duramente la città distruggendo o danneggiando gravemente oltre il 50% delle abitazioni, senza risparmiare neppure antichi e importanti monumenti, come la rocca di Federico.
Nel Luglio del 1944 San Miniato fu attraversata dal fronte e si moltiplicarono gli episodi di scontri e conflitti tra le formazioni partigiane e i Tedeschi che controllavano la città.
L'episodio sicuramente più tragico è rappresentato dalla strage compiuta la mattina del 22 Luglio 1944 nel Duomo, dove, nell' imminenza dello scontro con gli Americani che si apprestavano ad occupare la città, i tedeschi avevano fatto radunare la maggior parte della popolazione rimasta in città.
Nei cannoneggiamenti che seguirono una granata entrò in chiesa colpendo la prima colonna di destra, vicino all'altare, causando la morte di oltre 50 persone. L'episodio è stato ricordato nel film "La notte di San Lorenzo", dei registi sanminiatesi Paolo e Vittorio Taviani.
Il film prende il titolo, fra l'altro, da un tragico scontro fra partigiani e tedeschi avvenuto nella campagna nei dintorni di San Miniato il 10 Agosto 1944.
Terminata la guerra iniziò la lenta e faticosa opera di ricostruzione in tutti i settori della vita sociale, economica e culturale. L'Istituto del Dramma Popolare sorto nel 1947 con il programma di rappresentare testi teatrali ad alto contenuto spirituale, sta a testimoniare in modo significativo questa forte volontà di rinascita. San Miniato è stata definita "semenzaio di uomini illustri e di ingegni celebri in tutti i tempi e in tutte le serie". Infatti personaggi insigni sono ad essa legati: in San Miniato ebbero i Natali Francesco Sforza Duca di Milano, il Capitano Barone dei Mangiadori che comandò la cavalleria fiorentina nella battaglia di Campaldino, il naturalista Michele Mercati junior, il pittore Ludovico Cardi detto il Cigoli, il chimico Gioacchino Taddei, il filosofo Augusto Conti, il poeta Pietro Bagnoli, il Professor Rondoni scienziato e maestro insigne. Anche i Borromeo di Milano ed i Buonaparte di Corsica discendono da nobili famiglie sanminiatesi.