.:Decadentismo-Positivismo:.

Il Positivismo è un movimento filosofico sviluppatosi in Francia e diffusosi in tutta l’Europa nella seconda metà del XIX secolo.

Fondatore ne è considerato Auguste Comte (1798-1875), che ne espone i principi nel “Corso di filosofia positiva” (1830-1842), in sei volumi ed in altre opere minori, nel quale ipotizza uno sviluppo per stadi dell’evoluzione umana.

Secondo Comte, l’evoluzione dello spirito umano coincide con il progresso delle scienze, al cui vertice sta la sociologia, intesa come scienza al servizio del progresso sociale; lo stesso scienziato viene visto come un eroe capace di diffondere verità e certezze.

Il progresso dell’umanità, secondo Comte, si basa dunque sullo sviluppo scientifico e tecnologico e la società del futuro dovrà essere governata da un’èlite di scienziati e tecnici.

All’idealismo romantico e allo spiritualismo, il Positivismo contrappone la fiducia nel metodo scientifico, nell’analisi rigorosa dei fatti; intende la filosofia come sintesi delle scienze, considerate, insieme alla tecnologia, fondamento di ogni progresso e generalmente rifiuta di prendere in considerazione questioni non soggette a verifica scientifica, determinando perciò una frattura fra scienza e  religione; come espressa da Charles Darwin (1809-1882) con la teoria dell’evoluzionismo, cioè l’uomo evoluto da specie inferiori, quali le scimmie, e non più l’uomo creato da Dio.

La concezione positivista, per  molti aspetti tuttora in auge, si scontra inoltre, a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo, con la concezione artistica (con implicazioni filosofiche) genericamente definita Decadentismo.

Sorto in Francia e legato alle opere e alla vita dei cosiddetti “poeti maledetti”, da Baudelaire (importante per "I fiori del male" in cui vi sono visioni percettive e "sinestetiche") a Verlaine e Rimbaud, che afferma che il poeta nel mondo magico e misterioso diventa veggente, in grado di vedere cose misteriose.

Sul piano letterario il Decadentismo (così definito per disprezzo dei contemporanei) è caratterizzato anzitutto dall’ Estetismo, ovvero dall’esaltazione della bellezza come valore superiore e dell’artista come figura che non deve rispondere ai principi morali.

La concezione decadente della vita è contrapposta ai valori positivisti : gli artisti decadenti disprezzano la scienza, la tecnica, la modernità, le regole sociali, il progresso, perché non in grado di dare tutte le certezze, come il significato della vita!

I decadenti esaltano quindi, la negatività, la sregolatezza, il culto del mistero, la disgregazione delle strutture logiche, ritenendo che la verità non sia accessibile allo scienziato ma all’intuizione dell’artista, capace di percepire dei significati (simboli) non visibili all’occhio umano, come nel Simbolismo (diramazioni del Decadentismo). Il Simbolismo ha origine a Parigi con la pubblicazione sul giornale "Le Figarò", del manifesto letterario del poeta Moreas, il quale afferma che la poesia deve basarsi su dei simboli nelle "pitture" e nelle "musiche", creando una nuova realtà misteriosa per la ragione e i sensi.   

Decadentismo in Italia

Gli studiosi ritengono precursori del Decadentismo in Italia gli scrittori del gruppo Milanese degli Scapigliati, e primi grandi iniziatori della nuova tendenza il poeta Giovanni Pascoli e il poeta Romanziere Gabriele D’annunzio. Gran parte della letteratura del novecento, in quanto consapevole di essere cultura di crisi, può essere definita decadente, seppure intrecciata da diramazioni.

Sul piano ideologico, la specificità del decadentismo italiano, nato con notevole ritardo, riguarda soprattutto l’adesione dei suoi principali esponenti al Nazionalismo (nell’ultima fase della vita ciò vale anche per Pascoli) e alla battaglia politica dei Nazionalisti contro Giolitti e i Socialisti.

Sul piano letterario, mentre Pascoli può essere considerato il primo grande innovatore sul piano del linguaggio, giacchè si esprime in uno stile simbolista, l’opera dannunziana nasce sotto il segno dell’Estetismo.

Senza affiliarsi alla polemica antipositivista, Pascoli riesce ad esprimere in modo del tutto personale ed originale gli interrogativi che insidiano il positivismo, avvicinandosi decisamente più alla sensibilità decadente.
Come i poeti decadenti, infatti, Pascoli intraprende un viaggio verso il tempo e l’ignoto, alla ricerca delle condizioni stoiche che hanno portato man mano (a partire da un’originaria situazione di positività) all’affermarsi di modelli di vita inautentici ed alienati.