1397: Il VOLO DEL CIUCO.
A partire dal 1397 in piazza Farinata degli Uberti (Piazza dei Leoni)
si è svolta
per secoli la tradizionale festa del Volo del ciuco.
Nel giorno del Corpus Domini un povero asinello veniva portato su per il
campanile e appeso ad una carrucola su una corda, poi veniva fatto "volare" sulla
piazza stracolma di gente in festa scendendo veloce dal campanile fino
al loggiato del Palazzo Ghibellino dove la povera bestia finiva la sua
corsa
schiantandosi contro una delle colonne. Questa festa, tutta empolese, venne
organizzata nel 1397, dopo la presa da parte delle truppe di Empoli del
castello di San Miniato al Tedesco, ritenuto all'epoca inespugnabile. La
Silvera,
colonnella dei sanminiatesi, al messaggero empolese che intimava la resa
risposte "Rispondi pure ai tuoi gran generali che se non hanno altri
moccoli che questi andranno a letto al buio, gli asin pria volar di posta
si vedranno pel ciel, che la forte città coi suoi paesi cada in
poter giammai degli empolesi" Gli empolesi escogitarono allora uno
strattagemma, raggrupparono tutte le pecore del contado e dopo averle radunate
nella valle
ad ognuna fu appeso un lumino al collo e alle corna. Di notte il Capitano
Cantino Cantini si presentò sotto le mura di S. Miniato con duemila
fanti empolesi a chiedere la resa della città: "Son Cantino
della Valle con mill'omini alle spalle, e se questi un son bastanti, laggiù ce
n'è altrettanti". Lanciato lo sguardo nella valle si vedeva
un brulichio di migliaia di lumini che si muovevano verso San Miniato.
La resa
fu immediata e furono aperte le porte della città agli empolesi
che lo conquistarono senza colpo ferire. Quando le pecore si avvicinarono
e fu
scoperto l'inganno fu troppo tardi, i samminiatesi erano stati disarmati.
Il feudatario di San Miniato che si era arreso venne invitato ad Empoli "dove
avrebbe visto gli empolesi far volare anche lo ciuco per il cielo di Empoli".
Infatti, per commemorare la grande vittoria, i Senatori di Empoli ordinarono
che il giorno seguente si facesse festa e che dal campanile un asino doveva
volar per confermare le parole degli sconfitti. La festa in ricordo venne
mantenuta per alcuni secoli e si svolgeva nel pomeriggio della festa cristiana
del Corpus Domini, intrattenendo le genti in attesa della processione serale.
Nel 1860 venne proibita per legge, anche per la crudeltà del volo
ma soprattutto per il messaggio di odio che inviava verso un paese vicino.
E' stata poi ripresa nel 1981 come evento rievocativo, con sfilata in costume
d'epoca e volo di un finto ciuco, protrattosi per alcuni anni unitamente
al collaterale Torneo del giuoco della palla doppia che assegnava il Palio
del Ciuco di Empoli al termine di maschie partite fra le contrade cittadine
dei Rossi (Porta Fiorentina), Gialli (Porta Bocca d'Arno), Azzurri (Porta
Senese) e Verdi (Porta Pisana). Le regole del gioco erano semplici: si
giocavano partite simili al calcio storico in costume di Firenze utilizzando
due palle
ognuno del colore delle due contrade che si sfidavano. Chi segnava con
la palla del proprio colore un punto, con quella avversaria due. Le palle
dovevano
essere infilate in un pertugio di circa 60 centimentri di diametro posto
a due metri di altezza, che veniva difeso "alla morte". Quasi
tutto era permesso e per questo si scatenavano violente risse in campo
fra i giocatori
e fra gli spettatori. Il gioco, la sfilata e il volo erano organizzati
dal Comitato delle Antiche Ruzza, un gruppo di giovani volenterosi e amanti
di
Empoli e delle sue tradizioni che si ritrovavano presso il Circolo Arci
Coop di Santa Maria. Per i costi troppo alti i Ruzzaioni, con pochi aiuti
esterni,
furono costretti ad interromperne lo svolgimento dopo pochi anni. Sarebbe
auspicabile che la tradizione venisse ripresa in futuro per non perderne
la memoria. Le generazioni di empolesi si tramandano da secoli il proverbio
empolese :
"O studiar con impegno ed essere uomini, o volar dal campanil
per il Corpus Domini".
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