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Nato a Firenze
il 30 aprile 1551 nel popolo di San Lorenzo da Chimenti di Girolamo
linaiolo, Jacopo da
Empoli il cui cognome deriva dal luogo di origine della famiglia ,
fu a Firenze uno dei maggiori protagonisti di quella riforma pittorica
che
portò al superamento del manierismo. La sua educazione artistica
fu, presumibilmente, del tutto circoscritta all'ambiente fiorentino,
visto che non abbiamo alcuna notizia di viaggi fuor di Toscana. Secondo
le notizie dei due biografi, l'allievo Virginio Zaballi e Filippo Baldinucci,
il suo primo ed unico maestro diretto fu Maso da San Friano, ma soprattutto
Jacopo da
Empoli perfezionò la propria formazione copiando le opere dei
grandi maestri del primo Cinquecento: Fra cui Bartolomeo, Andrea del
Sarto, Pontormo. Già nelle opere databili al decennio 1570-1580,
accanto alle prime esperienze fra Vasari e Maso da San Friano, il pittore
mostra
un accostamento sentito e profondo alla riforma antimanieristica di
Santi di Tito. |
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L'Immacolata
Concezione di San Remigio a Firenze, databile verso la metà dell'ultimo
decennio del Cinquecento, testimonia l'influenza delle novità venezianeggianti
insite nella riforma del Cigoli, mentre l'effetto quasi stereoscopico
dei controluce è di chiara eco bronzinesca. Lo studio del Bronzino
deve essere stato accurato e puntuale perché l'iniziale maniera
di Jacopo da
Empoli diventa via via sempre più nitida nei volumi e nella
lucida limpidezza del disegno, nelle opere eseguite allo scadere del
Cinquecento e durante il primo decennio del nuovo secolo: la Susanna
al bagno (1600) del Kunsthistorisches Museum di Vienna, l'Annunciazione
(1603) in Santa Trinita, la Predica del Battista (1608) in San Niccolò Oltrarno.
Trascorso il primo decennio del Seicento, Jacopo da
Empoli mostra di aver osservato
lo stile fiorito e ricco di risorse pittoriche degli allievi del Cigoli
e del Pagani. Così nel San Carlo e la famiglia Rospigliosi (1613)
in San Domenico a Pistoia, nel Sant'Eligio orefice (1614) degli Uffizi,
nel Sant'Ivo protettore degli orfani (1616) della Galleria Palatina,
notiamo un ampliarsi della forma, una maggiore ricchezza della pennellata,
un più ampio respiro nelle composizioni e nei tagli di scena.
Il pittore ottenne anche incarichi profani, come la tela con Michelangelo
che presenta a Leone X i progetti per San Lorenzo (1617-1619) per Casa
Buonarroti, dove ebbe contatti con il caravaggismo toscano, Il giudizio
di Mida (1624) eseguito per il cardinal Carlo de' Medici ed ora conservato
nel Museo Civico di Pistoia, o le celebri nature morte, alcune delle
quali databili fra il 1621 e il 1626, che mostrano stringenti affinità con
i bodegones di Alexandro de Loarte. Nell'ultimo periodo della sua
lunga vita Jacopo da
Empoli rallentò alquanto la sua attività pittorica,
senza tuttavia diradare quella di fertilissimo ed ottimo disegnatore,
che per sicurezza e felicità di segno ha pochi confronti nel
pur ricco panorama grafico contemporaneo. Insieme a Bernardino Poccetti
egli rappresentò infatti la linea più strettamente
fiorentina, fondata sull'antica tradizione del disegno dal naturale.
Fra i suoi
numerosi fogli, conservati per la maggior parte presso il Gabinetto
Disegni e Stampe degli Uffizi, giustamente famose sono alcune figure
di giovani in abito contemporaneo, tracciate a matita o a penna,
che sembrano riallacciarsi alla tradizione quattrocentesca dei disegni
dal modello di Maso Finiguerra.
Jacopo da Empoli morì il 30 settembre 1640 e fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo a Firenze. |
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